A Milano, al Faema flagship store, una mostra fotografica di Flavio&Frank racconta attraverso i volti di chi ci lavora il viaggio di Francesco Sanapo, creatore di “Ditta Artigianale”, nel Paese africano leader del caffè di qualità
Un safari fotografico tra i “cacciatori” di caffè. E’ l’idea forte di “The Coffee Hunter Exhibition”, la mostra fotografica realizzata dai fotografi Flavio&Frank, frutto del viaggio in Uganda all’interno del progetto di “Coffee hunting” ideato da Francesco Sanapo, coffee lover, pluripremiato campione di caffè e ideatore di Ditta Artigianale a Firenze. La mostra, inaugurata lo scorso 29 novembre presso il Faema Flagship Store in Via Forcella 7 e visitabile fino al 20 aprile 2020, racconta nello stile inconfondibile dei due fotografi e fratelli di origine salentina l’origine della bevanda nera attraverso i volti delle persone che nel Paese africano che si sta distinguendo nella produzione di caffè di qualità, ritrovano dignità e prospettive attraverso il lavoro quotidiano nelle piantagioni.
“Con questo progetto – ci dice Sanapo – voglio sensibilizzare il consumatore, mostrando il mondo che c’è dietro una tazzina, e fargli comprendere l’importanza di scegliere consapevolmente”.
Che vuol dire scegliere consapevolmente?
“Vede, credo che il mondo del caffè debba cambiare perché a oggi il valore che viene dato alla tazzina è molto basso, mentre le difficoltà che si incontrano sin dall’origine, a partire dal cambiamento climatico fino ad arrivare alle malattie che stanno affliggendo le piantagioni di caffè giorno dopo giorno, rendono la produzione molto complessa. Le mie sfide quotidiane sono quelle di provare a educare il consumatore a bere una migliore tazzina di caffè. Migliore sotto tutti i vari aspetti, non solo quello gustativo”.
Lei prova a far crescere la cultura nel consumatore da molti anni. Che cosa è cambiato da quando ha iniziato?
“Ricordo quando ho iniziato a diffondere una cultura differente del caffè, dieci anni fa circa, annunciando alla gente che beveva il caffè il nome del produttore che aveva prodotto quel caffè e credo che ci sia stato un sostanziale cambiamento da quei giorni ad oggi perché oggi vedo curiosità nelle persone, e maggiore interesse nel chiedere informazioni. Parliamo comunque di una percentuale molto bassa di persone, però questo basta a farmi sperare in un futuro migliore”.
Francesco Sanapo
Migliore per tutti, produttori e consumatori…
“Certo, io sogno un mondo dove le persone che si avvicinano alla tazzina del caffè si fermano a degustare quel prodotto. Dobbiamo lottare insieme per dare un valore maggiore alla tazzina di caffè perché da quel valore accresciuto si può ottenere un miglioramento della vita in tutte le parti della filiera, dal produttore fino ad arrivare al lavoro quotidiano del barista che ancora oggi non è riconosciuto come una figura professionale”.
Come vede da questo punto di vista la scena italiana?
“La storia italiana del caffè è gloriosa, io sono fiero di quello che i nostri predecessori hanno fatto, perché hanno creato questo culto, la ritualità del caffè, hanno creato l’espresso e tutte le bevande a esso associate, nonché la macchina per prepararlo. Purtroppo però ci siamo un po’ cullati sui successi passati senza evolversi e oggi il mondo del caffè italiano sta vivendo un momento buio”.
Concordiamo. Ma che cosa si può fare per tornare a crescere?
“Sta a noi, le nuove generazioni, attuare l’evoluzione, studiando e preparandoci al cambiamento. Io come italiano mi sento di dover fare qualcosa per continuare la storia italiana del caffè, è un progetto ambizioso ma voglio far parte di questa storia perché il caffè è un prodotto magico, l’Italia ha scritto una grossa pagina relativa a questo prodotto e io voglio continuare con tanta passione e dedizione studiando ogni chicco di caffè che mi passa tra le mani”.
Flavio&Frank
Andrea Cuomo
Giornalista
Inviato del Giornale e collaboratore di diversi periodici nel settore wine&food
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