Il microroaster, barista e thirdwaver spiega da Oslo come sono cambiati i rapporti con i clienti e come è sopravvissuto al Coronavirus, tra e-commerce e takeaway, aperture a orario ridotto, tutorial sui social e dialogo con i produttori.

English version of the interview here

Tim Wendelboe è un purista del caffè. Dalla microtorrefazione di Tøyengata 29c spedisce chicchi di caffè in bar e caffetterie specialty di tutto il mondo. La sua caffetteria in Grünersgate 1 a Oslo vende solo e unicamente caffè. Il perché lo spiega lui: “cerchiamo di mettere alla prova le abitudini dei nostri clienti e di aiutarli a esplorare cosa può essere il caffè, non cosa loro pensano dovrebbe essere”. Uno de nomi della Third Wave in Europa e non solo, con quella dedizione nel voler “servire ogni giorno la migliore tazza di caffè”, i rapporti diretti con i produttori, la ricerca della materia prima migliore

Ha scritto due libri “Coffee with Tim Wendelboe” (2009) e “Finca Tamana” (2013). È stato più volte campione del mondo di barista, cup tasting e roasting. Il 27 aprile ha riaperto al pubblico la sua bellissima e pluripremiata caffetteria dalla particolare facciata in pietra. Gli abbiamo chiesto come ha vissuto questo periodo di lockdown e cosa si aspetta per il futuro.

Come hai vissuto l’emergenza Covid-19 e come ha colpito la tua attività?

Abbiamo dovuto chiudere la nostra caffetteria di tutta fretta perché le regole del Governo non erano del tutto chiare: diceva che i caffè che non servivano cibo dovevano chiudere. Noi vendiamo solo caffè e abbiamo interrotto l’attività di caffetteria ma abbiamo comunque sempre aperto due giorni a settimana per vendere solo caffè in grani da preparare a casa. Abbiamo usato questo modello fino a Pasqua, dunque per sei settimane. Ha funzionato abbastanza bene perché i norvegesi a casa si preparano davvero tanto tanto caffè.

Quando sono state riaperte le scuole materne abbiamo deciso di aprire la caffetteria per il takeaway, modificando leggermente gli orari di apertura: apriamo alle 11 invece che alle 8,30 come al solito. Al momento va abbastanza bene. Lo svantaggio è che i nostri clienti non si possono sedere per bere il caffè nel locale, ma il vantaggio è che la gestione è più semplice e abbiamo bisogno di meno baristi al lavoro. Così riusciamo a guadagnare a sufficienza anche se le vendite sono un po’ calate.

Durante tutto questo periodo abbiamo sempre continuato a lavorare alle vendite online e nella torrefazione, abbiamo spedito caffè ai nostri clienti in tutto il mondo. Questo ci ha davvero salvato perché il nostro commercio all’ingrosso è calato del 70% dopo la chiusura di uffici e ristoranti. Al momento vendiamo di più al consumatore finale e meno alle aziende, ma almeno continuiamo a lavorare anche se con meno dipendenti.

Qual è la situazione ora?

Facciamo ancora takeaway a vendiamo caffè i grani, ma potremo aprire di più quando lo permetteranno le regole del Governo. Dubito però che ciò avverrà prima della fine dell’estate. Stiamo anche pensando di lanciare ora un kombucha di caffè in bottiglia da portare a casa anche se nei piani avrebbe dovuto partire l’anno prossimo.

La prossima settimana parteciperemo a un nuovo progetto pilota tramite il quale la gente potrà ordinare caffè in grani e vederseli recapitati alla porta di casa entro due ore, spero che anche questo sistema avrà successo.

La caffetteria di Tim Wendelboe è al momento aperta solo per il take-away e la vendita di caffè. Occupa un edificio del 1890, gli esterni in pietra sono della precedente occupante, una parrucchiera (il  che spiega i disegni delle teste)

La grande domanda ora è: come il Covid-19 influirà sul modo di bere caffè?

Sicuramente porterà più gente a bere il caffè a casa. I norvegesi amano il caffè e ognuno è abituato a farselo a casa così semplicemente berranno meno caffè al bar, al ristorante o in ufficio e più a casa. Abbiamo anche notato che la genete ama bere un buon caffè visto che le vendite del nostro negozio online in questo periodo sono cresciute.

Pensi che questo periodo porterà a un aumento della conoscenza del caffè?

Sì, come ho detto abbiamo visto una crescita di richieste e le lezioni di estrazione dal vivo e le Q&A che stiamo pubblicando sui nostri social media sono molto popolari. Sì, credo che la gente imparerà più cose su come estrarre il caffè in conseguenza di questa crisi.

Quali sono a tuo avviso i problemi maggiori e le sfide che si troverà ad affrontare il mondo del caffè nei prossimi mesi?

Credo che il problema principale sarà che i torrefattori e gli importatori stanno cancellando gli ordini dai produttori dai quali acquistano perché hanno paura di comprare più caffè d quello che riusciranno a vendere. Questo significa che i coltivatori che in molti casi hanno già prodotto il caffè e stanno aspettando di venderlo il prima possibile perderanno molto denaro e opportunità di ottenere un buon prezzo per il loro caffè. Purtroppo ho visto torrefattori e importatori abbandonare contratti verbali e impegni e penso che sia una cosa molto triste. So che stanno vivendo un momento difficile ma siamo tutti sulla stessa barca e penso che un buon dialogo con i coltivatori in modo da trovare modi per vendere il caffè insieme sia una soluzione migliore che semplicemente cancellare interi container di caffè. Credo che la situazione porterà in luce chi sono gli imprenditori che sono all’altezza di ciò che commercializzano e quelli che non lo sono, e questa dopo tutto potrebbe essere una cosa positiva. Sto sperimentando che nei momenti difficili come questo l’impegno e le relazioni sono più importanti che mai. Sono felice di avere un buon dialogo con i produttori dai quali acquisto così possiamo trovare una buona soluzione che funzioni per entrambe le parti coinvolte.

Tutte le foto credits Dorothee Brand

Anna Muzio

Giornalista

Da vent’anni scrivo nell’incrocio tra turismo, food e attualità per testate di settore e non.

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