Dalla lira del regno alle criptovalute la torrefazione con oltre 150 anni di storia consente di pagare nel suo e-commerce anche così, prima in Europa.
Hai voglia lamentarti dell’euro che costa la tazzina: troppo o troppo poco? Ma se dovessimo tradurlo in bitcoin? Un pensiero ozioso? Mica tanto perché oggi con le criptovalute si può comprare un caffè, anzi un caffè storico. Il Caffè Barbera che si fregia di essere la torrefazione più antica d’Italia (è nata nel 1870 ed è oggi alla sesta generazione della stessa famiglia) è la prima europea ad accettare i pagamenti in criptovaluta, Bitcoin, Ethereum o Ripple che dir si voglia.
Detto fatto mi sono recata nell’e-shop della caffetteria per fare acquisti. Tra cialde – da casa e ufficio che ormai il confine s’assottiglia -, lattina di macinato, capsule e mattonelle mi dirigo subito verso un bel sacchetto di Sidamo, Bensa, Bona Kebele 100% Arabica lavorato a umido usando il compost naturale organico, fermentazione di 36 ore, certificato Organic, UTZ e Direct Trade. Torrefazione: lentamente in 10 minuti con Maestro Torrefattore Barbera di terza generazione. Prezzo: 9 euro il sacchetto da 250 grammi.
E in bitcoin quanto fa? Lo scopro e-shoppando, faccio la trafila di acquisto e arrivo al dunque. Virtualmente – se avessi un portafoglio elettronico che evidentemente non ho perché sono antica e squattrinata – per acquistare il mio caffè con la blockchain sborserei 0,0011759 bitcoin. Una bella cifra. Visto che – oggi sono in vena di calcoli – usandolo per una moka da 3 e calcolando le dispersioni otterrei circa 45 tazzine, una tazzina mi costerebbe 0,0000261 bitcoin. Bingo!
Ora che lo so torniamo a Caffè Barbera. Dalla sua fondazione si sono viste in Italia quattro diverse valute: Lira del Regno d’Italia, Lira della Repubblica, Euro e, appunto, Bitcoin.”La rivoluzione digitale – si legge in una nota – è un fenomeno ormai dirompente e inarrestabile, e Caffè Barbera ha deciso di abbracciare il cambiamento tecnologico prima di tutti i suoi competitor europei, permettendo ai propri clienti di utilizzare anche criptovalute per fare acquisti sull’e-commerce Caffebarberashop.com“.
“Nell’anno in cui festeggiamo il nostro 150° anniversario” – dice Elio Barbera, Managing Director di Caffè Barbera – diventiamo anche il primo e-commerce di caffè a ricevere pagamenti in criptovalute. Continuiamo a essere tra i più innovativi, è da sempre nel DNA della nostra impresa. Stiamo lavorando al progetto già da diversi mesi e se riusciremo a guadagnare anche un solo nuovo cliente, sarà una vittoria”.
E ora un po’ di storia: Domenico Barbera nel 1870 aprì a Messina la prima torrefazione: la tostatrice a carbone utilizzata è oggi visibile nel piccolo museo d. La passione per il caffè e la sua maestria nel lavorarlo hanno iniziato a essere conosciute in tutto il Sud Italia, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Mago del Caffè”. A cavallo tra i due conflitti mondiali poi, Caffè Barbera diventò una realtà nazionale, industrializzando via via i processi produttivi e arrivando dalla Sicilia a Napoli, fino all’apertura di una filiale a Milano per gestire al meglio tutte le attività commerciali e raggiungere i mercati esteri. A oggi sono 55 i Paesi in cui viene distribuito Caffè Barbera che, nel 2003 ha lanciato una catena di caffetterie in franchising: oggi circa 60, distribuite per lo più tra il Medio Oriente, l’Africa e l’Asia.
Anna Muzio
Giornalista
Da vent’anni scrivo nell’incrocio tra turismo, food e attualità per testate di settore e non.
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