Non solo caffè nella nuova caffetteria ma un’offerta che spazia dalla birra al vino, con una proposta food da tutto il mondo, libri e dischi in vendita. Un bel posto dove passare il tempo ma anche scoprire nuove cose
Sembra di entrare in una piccola bottega delle meraviglie varcando la soglia di Nowhere – Coffee & Community, nuovo indirizzo specialty milanese in via Caminadella 15, zona Università Cattolica, un nugolo di stradine che non sembra neanche di essere a Milano e invece sì.
Proprio qui Andrea Prayer e Francesca Cavazza hanno aperto il loro scrigno, un paradiso per gli appassionati, o per la community che spicca nel nome, ma non solo.
Riviste, vinili di Backflip Records e libri della Libreria Verso in vendita e piccola biblioteca in consultazione “ci puoi mettere il segno e continuare a leggere quando torni”, caffè specialty della torrefazione fiorentina D612 Coffee Roasters “li abbiamo scelti perché ci piacevano ma anche perché sono simpaticissimi, alla mano, con loro ci siamo divertiti sono molto bravi ma umili, mentre spesso il roaster è più freddo che non vuol dire più professionale, ma meno umano”, e della catalana Right Side, in vendita e in somministrazione, birre della padovana Crack Brewery dal packaging fighissimo (e dai nomi pure, cosa ne dite di Farm after Sauna? ci sono anche le Italian Grape Ale, Pontarola e IGA Cabernet), sidro, tè (tra le proposte un Darjeeling Cold Brew) vini naturali. e una vera chicca: i fiori di caffè essiccati, Andrea me li fa annusare e hanno un profumo fantastico, dolce e floreale con una punta di amaro.
Molto Melbourne style è l’offerta food, con incursioni in Catalogna, curata personalmente da Andrea, dolce e salata. Carrot cake, yougurt e granola e avocado con salmone, patata brava con maionese al wasabi e pimientos, poi si torna in Italia con la “caponatina della mamma” e la zuppetta di datterini, basilico, pane olio e acciughe. Anche le crostatine non sono banali: matcha pistacchio salato e lamponi, yuzu meringa e sesamo e vaniglia e fichi.
Il tutto in un piccolo ambiente dalle pareti rosa, con La Marzocco in bella vista e un paio di tavolini fuori. Tutto molto curato, si vede che c’è la mano di Francesca che di lavoro “vero” fa l’interior designer.
Noi parliamo con Andrea che si fa portavoce del progetto realizzato “con qualche aiuto da Luciano Bramante (storico – si può dire? – barista di Cafezal) e di Cristian Fernando che ci aiuta sul fronte caffetteria. Io invece penso soprattutto ai dolci”.
Anche Andrea è stato folgorato come tanti (mi vengono in mente Antoine Nétien di Coutume, torrefazione parigina, e Maxwell Colonna-Dashwood, illustratore e autore di The Coffee Dictiornary) a Melbourne, città del caffè par excellence
Qual è la vostra offerta di caffè?
Abbiamo scelto il Brasile di D612 come base per l’espresso perché a gennaio abbiamo fatto un “mega-cupping” con dei Q-Graders e con grandi torrefazioni tra cui Nomad, La Cabra, Friedhats. La Cabra (danese) era il migliore, buonissimo ma non andava bene come base espresso, troppo acido per il gusto italiano. Avevamo bisogno di un caffè per espresso che fosse apprezzato da chi viene apposta qui per trovare lo specialty ma approcciabile da chiunque. Poi abbiamo Right Side di Barcellona, hanno un rapporto diretto con i produttori e lavorano molto sulla stagionalità, ora abbiamo Honduras Nicaragua Bolivia ma anche una chicca: i fiori di caffè essiccati. L’idea sarà poi di avere più torrefazioni in contemporanea, il problema sono i costi di spedizione: per avere caffè fresco bisogna fare ordini piccoli e con l’estero sono spesso proibitivi. Vorremmo tenere D612 come fisso e variare la seconda torrefazione, la prossima potrebbe essere Friedhats da Amsterdam. Come metodi di estrazione oltre all’espresso abbiamo V60, Aeropress e naturalmente Cold Brew.
Come ti sei avvicinato al mondo del caffè?
Lavoravo in una pasticceria che forniva i dolci a Cafezal [caffetteria specialty milanese, ndr] il primo contatto vero con il caffè specialty è avvenuto grazie a Luciano che ogni volta mi offriva caffè buonissimi e mi ha introdotto allo specialty. Il mondo del caffè in generale l’ho incontrato ancora prima in Australia, a Melbourne, dove ho vissuto un anno ai tempi dell’università [Andrea si è laureato in lingue alla vicina università Cattolica, ndr] ma ero ancora nella fase “stupida” da italiano, più del caffè mi piacevano i luoghi del caffè, il discorso della musica, del cibo e dell’ambiente vivo, fertile che poi è quello che si viveva alle origini delle caffetterie. E ho voluto riproporlo qui.
Un’apertura coraggiosa, Milano è pronta per un altro specialty shop?
Penso che la scena del caffè specialty si stia ampliando soprattutto nel pubblico, che piano piano sta iniziando a interessarsene e conoscerlo grazie a caffetterie specialty esistenti come Orsonero che è riuscito a far entrare questa cultura anche nel quartiere. Noi speriamo di partire sul serio a settembre con la riapertura dell’università.
Un bel posto questo Nowhere (il nome gioca sul fatto di essere luogo “senza radici, di contaminazione di culture e tradizioni” e forse ironicamente sul fatto che di posti così, in Italia, non ce n’è quasi da nessuna parte, e comunque non abbastanza). Al centro di tutto c’è il caffè. Ma dal caffè come sappiamo si diramano tantissime storie, dal punto di vista sociopolitico, economico e culturale. Sarebbe bello che gli italiani se ne accorgessero. E per farlo a Milano da oggi hanno un nuovo indirizzo.
Anna Muzio
Giornalista
Da vent’anni scrivo nell’incrocio tra turismo, food e attualità per testate di settore e non.
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